Incontro tra Regione e Coldiretti per trovare soluzioni per l’abbattimento dei costi di trasporto per la produzione destinata ai mercati nazionali e attuare politiche di rilancio
CAGLIARI - Dopo l’allarme lanciato nelle scorse settimane da Coldiretti Sardegna sulla crisi che sta colpendo la coltivazione del carciofo nell’isola, l’Assessore all’Agricoltura Oscar Cherchi ha incontrato la Coldiretti regionale, i rappresentanti delle cooperative e dei produttori.
La Regione si è detta disponibile a trovare soluzioni per l’abbattimento dei costi di trasporto per la produzione destinata ai mercati nazionali e promuovere, con le piattaforme della distribuzione organizzata, azioni di rilancio e valorizzazione del carciofo coltivato in Sardegna. «Occorre promuovere il consumo del Carciofo coltivato in Sardegna, che si fregia anche della DOP “Carciofo Spinoso di Sardegna”- ha evidenziato Luca Saba, Direttore di Coldiretti Sardegna - il consumatore deve essere sensibilizzato nel consumo di quella che può essere considerata una eccellenza dell’agroalimentare isolano anche per gli aspetti salutistici che ne accompagnano l’utilizzo».
Il Carciofo rappresenta per diffusione la principale coltura orticola coltivata in Sardegna e la terza a livello nazionale dopo Puglia. Sono tre le varietà coltivate nell'isola: il Carciofo Spinoso Sardo, che oggi si fregia della Denominazione di Origine Controllata (DOP), ed è coltivato nel medio Campidano, nel Oristanese, nel Sassarese e nel Sulcis; il Terom, nel Medio Campidano; il Violetto, a Samassi; il Tema coltivato nel Medio Campidano e nell’Oristanese. I principali mercati di riferimento sono quelli del fresco della Penisola (Nord e Centro Italia), oltre al mercato regionale. Il 20/25 % della produzione è destinato alla trasformazione industriale.
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