Provincia di Oristano: oltre 105 mila ettari di aree Sic e Zps.
Per Coldiretti occorrono chiarezza e risorse. Lettera agli assessori Spano e Falchi: subito un incontro
ORISTANO - Con la Direttiva 92/43/Cee, denominata “Habitat”, la Comunità Europea ha richiesto la costituzione di aree naturali inserite nella Rete europea Natura 2000, in attuazione di una gestione e fruizione delle risorse naturali compatibile con il mantenimento della biodiversità e la tutela degli habitat e delle specie vegetali ed animali, denominate sic e zps. La provincia di Oristano annovera un rilevante numero di aree protette: 18 siti d’Importanza comunitaria ( alcuni interprovinciali) per 64.249 ha, con 34 comuni interessati; 12 siti ZPS per 41.554 ha di superficie. Per un totale di 105.803 ettari a fronte di una superficie provinciale di 304 mila ha. Un dato rilevante, con il 34,80 % del territorio oristanese interessato da aree protette, che impone assoluta attenzione e praticità nella gestione.
Coldiretti, nel richiedere un giusto equilibrio tra preservazione ambientale e mantenimento delle attività produttive nelle aree sic e zps, ha rimarcato più volte una serie di criticità che rischiano di inficiare i possibili benefici nella gestione e mantenimento di territori e biodiversità che rivestono notevole importanza anche per le imprese agricole e zootecniche e che , peraltro, creano una serie di difficoltà proprio alle stesse aziende agricole. Per il delegato Confederale Coldiretti Oristano Aldo Mattia e direttore Giuseppe Casu occorre superare alcune problematiche che condizionano negativamente funzionalità ed operatività delle aree protette. Motivo per cui Mattia e Casu hanno richiesto un incontro con gli assessori regionali all’ Ambiente e all’ Agricoltura, finalizzato alla risoluzione delle varie criticità.
«La corretta delimitazione delle aree dove insistono delle azioni di regolamentazione e divieti per la conservazione degli habitat o specie. E’ indispensabile una perimetrazione scrupolosa delle criticità negli habitat prioritari affinché non si appongano vincoli generalizzati all’ intero territorio» spiegano i delegati Coldiretti che pongono all'attenzione della politica anche l'assenza di indennizzi riscontrata a tutt’oggi nel Psr: «risorse indispensabili per compensare le aziende agricole che sopportano maggiori oneri o minori redditi legati alle attività di conservazione di alcuni habitat o specie. Non si può governare una area protetta o salvaguardare una specie con il sacrificio economico di una categoria produttiva».
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