Approvate dal Consiglio regionale sardo le nuove norme in materia di agriturismo e ittiturismo. Relatore il consigliere del Partito democratico Luigi Lotto
CAGLIARI - Approvate dal Consiglio regionale sardo le nuove norme in materia di agriturismo, ittiturismo, pescaturismo, fattoria didattica e sociale in abrogazione della legge regionale n. 18 del 1998. Si alza così la soglia dei prodotti sardi da utilizzare negli agriturismo dall’80 all’85% mentre sarà del 35% quella riferita all'utilizzo minimo dei prodotti aziendali.
Durante la seduta il relatore di maggioranza Luigi Lotto (Pd), nonchè presidente della commissione Attività produttive, ha ricordato l’importanza dell’articolo 4 del testo unico ed ha ribadito come «il mondo dell’agriturismo in Sardegna sia variegato» e contempli diverse situazioni produttive del mondo agricolo. «Il 35% di produzione propria - ha sottolineato Lotto - è una misura congrua che va incontro alle esigenze di tutti ed è tale da dare risposte alle diverse necessità di un sistema articolato e per certi versi complesso».
Anche l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, si è detta concorde con l’esigenza di garantire la valorizzazione dei prodotti del territorio sardo ed ha affermato che le proposte contenute nell’articolo 4 «vanno proprio in questa direzione». L’assessore ha quindi spiegato di aver valutato, insieme con i preposti uffici regionali, la possibilità di elevare la soglia indicata per le produzioni proprie ma di aver constatato il rischio di contravvenire alle disposizioni nazionali in materia di agriturismo. «Riteniamo che la soluzione del 35% - ha dichiarato Elisabetta Falchi - contempli le diverse posizioni in campo e garantisca un’alta qualità del prodotto offerto negli agriturismo della Sardegna»
Di diverso avviso le opposizioni col consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, che ha affermato come con l’approvazione della norma si rischia «di non rendere un buon servizio all’immagine della Sardegna». «Dobbiamo avere aziende agrituristiche strettamente connesse ai prodotti della terra sarda – ha dichiarato l’esponente della minoranza - e valorizzare il nostro territorio ed è per questo che chiediamo di elevare dal 35% al 50% il limite minimo per le produzioni proprie». Sullo stesso tenore l'intervento di Luigi Crisponi (Riformatori), secondo cui il «Veneto Friuli e Basilicata sono al 70% e la Sardegna non può accontentarsi della metà».
Nella foto: Luigi Lotto, Elisabetta Falchi e Francesco Pigliaru
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