Una trentina di agricoltori della Coldiretti hanno lasciato le campagne e si sono recati sotto il palazzo della Regione per lanciare un sos alla Giunta sui danni provocati dagli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, i terreni e si mangiano i pesci per un danno stimato in diversi milioni di euro
CAGLIARI - Una trentina di agricoltori della Coldiretti hanno lasciato le campagne e si sono recati in Viale Trento, sotto il palazzo della Regione, per lanciare un sos alla Giunta sui danni provocati dagli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, i terreni e si mangiano i pesci per un danno stimato in diversi milioni di euro. In tutta la Penisola, questa mattina (venerdì), la Coldiretti sta denunciando alle Istituzioni «una situazione insostenibile che sta mettendo in ginocchio agricoltori, allevatori e pescatori e causando seri problemi, oltre che economici, ambientali - afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu - Chiediamo interventi urgenti che garantiscano la sopravvivenza delle imprese agricole in equilibrio con la natura».
Il confronto con l'Amministrazione Regionale, ha l’obbiettivo di discutere l’utilità dei provvedimenti di prevenzione e controllo e gli effetti dei danni provocati dalla fauna selvatica all’agricoltura che coinvolge le imprese agricole in tutto il territorio regionale. «Di fronte al moltiplicarsi dei danni provocati da nutrie, corvi, cinghiali, cervi, cormorani ed altri animali insieme agli agricoltori – dichiara il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba - chiediamo una riforma della disciplina che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio».
E’ stato anche elaborato un documento di base. Si tratta di una prima proposta da approfondire ma che rappresenta l’avvio di un comune percorso di lavoro per arrivare ad una più efficace e ampia analisi degli interventi finalizzati ad organizzare forme di programmazione di lungo periodo. «Le tipologie di danni alle colture agrarie e agli allevamenti sono ormai di proporzione così rilevante – secondo Battista Cualbu - da rendere insufficiente l’accantonamento delle risorse finanziarie regionali, così che occorre rivedere le modalità di distribuzione delle risorse nazionali e regionali al fine di garantire i fondi necessari per coprire i danni stimati».
Nella foto: Battista Cualbu e Luigi Saba
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