Ci sono i pastori e gli agricoltori della Nurra, i pescatori, i balneari e gli autotrasportatori a ribadire la forza di una protesta che, come nel resto dell´isola, riguarda la crisi economica e la sua gestione politica. Le immagini dal Municipio dove li ha ricevuti il Commissario prefettizio
ALGHERO - In ritardo rispetto al resto dell'Isola (e dell'Italia), anche ad Alghero è arrivata l'ondata di protesta dei lavoratori contro la crisi economica e la sua gestione politica. Si sono dati appuntamento questa mattina (giovedì) alle 11 davanti al Municipio di via Columbano, diverse categorie e un unico messaggio da recapitare a Cagliari, Roma e Bruxelles: un disastro molto più che finanziario, ma sociale e culturale che investe migliaia di famiglie sarde.
Ci sono i pastori e gli agricoltori della Nurra, i pescatori, i balneari e gli autotrasportatori a ribadire la forza di una protesta, «almeno quella ce la dovete lasciare» dicono al Commissario Michele Casula, che li raggiunge nella sede antica del Comune ma che poco può fare rispetto a delle materie che sono di competenza regionale, «ma siamo qua per ascoltare» li rassicura, programmando una serie di tavoli di discussione.
Pescatori. Iniziano a parlare tra i banchi del consiglio comunale i pescatori rappresentati da Giovanni Delrio che lamenta la sovrapposizione di normative e regolamenti a cadenza mensile, «tanto da non capirci più nulla». Una cosa è certa, per alcuni interventi non occorre rivolgersi all'Unione Europea. «La pesca dell'aragosta, un fiore all'occhiello della Riviera del Corallo, potrebbe essere prorogata a settembre e ottobre invece che farla iniziare a marzo quando nessuno la compra. Abbiamo perso i contributi del fermo biologico - denuncia - dobbiamo comunque star fermi sei mesi ma le nostre famiglie mangiano anche negli altri sei».
Pastori e agricoltori. Per Gianfranco Nonne, Nino Monni e Giovanni Deruda del Movimento dei pastori sardi, riconoscibili dal loro foulard azzurro - mostrato orgogliosamente al collo - è ancora tempo di lottare perché «una persona che non ha parola non ha niente», ma avvisano il Commisario di portare la loro voce al Prefetto perché «questa è una polveriera che prima o poi esplode». Chiedono soluzioni sul prezzo del latte, la produzione che ne deriva, le lobby industriali, i finanziamenti comunitari distribuiti solo in minima parte, 30 milioni su 148, vale a dire 3mila euro ad azienda, «ci basta per comprarci un po di mangime». E chiedono ironicamente al rappresentante comunale: ma perché se Equitalia ci porta via le case quando non riusciamo a pagare, allo Stato che ci deve 10 miliardi di euro non gli portano via il Quirinale? A loro Casula promette che si impegnerà nei cottimi fiduciari e nei bandi affinché nelle mense e nelle manifestazioni cittadine si privilegino aziende con prodotti sardi certificati. Sarebbe già un inizio.
Balneari e autotrasportatori. Diverse istanze da parte della categoria dei balneari - rappresentati da Francesco Pedrini e Sandro Ibbadu - che chiedono al Commissario di provvedere all'applicazione della recente normativa sulla liberalizzazioni del comparto che prevede l'apertura tutto l'anno, oltre alla risoluzione del gravissimo problema della marea gialla. A parlare per gli autotrasportatori è Antonio Meloni che lamenta oltre ai costi stellari del gasolio, quelli altrettanto impossibili della discarica, 8 metri a metro cubo, «è privata ed è proprio a questo che il Comune dovrebbe interessarsi». «Oltre - aggiunge - alle cause pendenti per lavori commissionati dall'ente. Aspetto 131 milioni di vecchie lire dal 1998».
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