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M.V. 5 dicembre 2015
Giudice Pace Alghero chiuso: c'è il decreto
Pubblicato in Gazzetta il Decreto che esclude l´ufficio del giudice di pace di Alghero dall´elenco delle sedi mantenute. Per il consigliere Pais si tratta di uno «scandalo». Mario Bruno parla di «scelta del Ministero constatata l´oggettiva difficoltà dell´Ente»


ALGHERO - Dopo mesi di aperture a singhiozzo e problemi nell'espletamento delle funzioni, il Ministero della Giustizia dispone la chiusura del Giudice di Pace di Alghero, cancellando la sede dall'elenco degli uffici italiani e trasferendone le funzioni a Sassari (come avviene per tutti i comuni della provincia). Decisione pubblicata in Gazzetta ufficiale nella giornata di venerdì 4 dicembre. Scelta che non va giù al leader dell'opposizione in Consiglio comunale, Michele Pais (Forza Italia), che parla di «scandalo» e ricorda una deliberato dell'aula di via Columbano nel quale si richiedeva il mantenimento dell'ufficio. «Il fatto grave, gravissimo, è che tale chiusura è stata determinata da una precisa richiesta del Sindaco di Alghero» tuona Pais che parla di «atteggiamento scorretto dal punto di vista procedurale oltre che dal punto di vista dell'etica politica ed amministrativa che avrebbe voluto che una decisione simile venisse deferita alla massima assemblea cittadina».

Il consigliere di Forza Italia si domanda «come ci si possa ancora fidare del Primo cittadino», che si premura di fare conferenze stampa su tutto e che professa il sistema della partecipazione come metodo decisionale «ma decide in assoluta autonomia di revocare in gran segreto una decisione del Consiglio comunale, sperando di far ricadere le responsabilità della chiusura del Giudice di Pace sul Ministero». «Tutto ciò capita mentre il Sindaco si trova a Trento a fare non si sa che. Mi sarei aspettato che fosse a Roma e a Cagliari unendosi alla battaglia del territorio contro il progetto di smobilitazione dello Stato in Sardegna (chiusura prefetture, Tribunali ecc) ed invece scopriamo che a parole è pronto a fare la guerra a sostegno della propria citta, per poi fare note segrete con cui lui stesso chiede la chiusura dei presidi di Giustizia» conclude Michele Pais.

Parole che non vanno giù a Mario Bruno che parla di «modo meschino con cui si infamano le persone e si disinforma», negando di aver mai chieso la chiusura dell'ufficio. «Il Giudice di Pace di Alghero chiude perchè il Ministero ha preso atto dell'impossibilità di gestire il servizio da parte dell'Ente» precisa. «Rammento al consigliere Pais, che in considerazione della professione che esercita non può fingere di non saperlo, che i tagli operati dal Governo agli uffici del Giudice di Pace hanno ribaltato sugli enti locali ogni onere gestionale, ivi compresa la dotazione di personale non avvezzo, ne specificamente istruito, all'espletamento delle mansioni tipiche di un ufficio giudiziario. Nonostante la disponibilità offerta dal Comune di Alghero, si sono registrate criticità oggettive relative alla delicatezza della funzione giudiziaria ed alle responsabilità che di punto in bianco il personale adibito a quegli uffici si è trovato ad affrontare».

«Tutte le criticità attraversate nei mesi scorsi sono state, puntualmente, e più volte, comunicate al Consiglio comunale» sottolinea il sindaco che ricorda come la struttura ha investito circa 260mila euro l'anno per garantire servizio (fruibile dai residenti di dieci comuni del circondario, ma finanziato dal solo Alghero), mettendo a disposizione tre dipendenti dal curriculum di tutto rispetto e grande affidabilità, «ma nonostante tutto ha dovuto prendere atto del mancato espletamento delle principali funzioni e dell'impossibilità di fornire ulteriore personale». «Non c'è perciò nessuno scandalo, nessuna richiesta di chiusura e nessun atteggiamento scorretto. Semmai ho rappresentato al Ministero tutte le iniziative assunte dal Comune di Alghero per garantire il regolare funzionamento del Giudice di Pace nonchè la sussistenza di insanabili criticità gestionali. Chiusura decisa e decretata dal Ministero» conclude Mario Bruno. | LEGGI IL DECRETO
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